Sinclair - Tommasi NET

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Il Sinclair ZX Spectrum, prodotto a partire dal 1982 dall'azienda inglese Sinclair Research Ltd di Clive Sinclair, è un microcomputer a 8 bit basato sul microprocessore Z80A, originariamente dotato di 16 kB di ROM contenenti il linguaggio BASIC, di 16 kB di RAM espandibili a 48 kB e di una caratteristica tastiera in lattice con 40 tasti multifunzione.
In Europa fu il principale antagonista del Commodore 64 e conquistò una discreta fetta di mercato grazie al prezzo di listino più abbordabile. Le tante soluzioni costruttive adottate per contenere i costi spinsero alcuni recensori dell'epoca a classificarlo come "il computer con il miglior rapporto prezzo-prestazioni". Le piccole dimensioni, la velocità di calcolo e il prezzo relativamente basso lo resero popolare negli anni ottanta in tutto il mondo, tanto che se ne ebbero versioni clonate e praticamente uguali in estetica ma con nomi diversi, come l'Inves Spectrum in Spagna, il Moscow e poi il Baltic in Russia. Lo Spectrum fu anche distribuito negli USA con il marchio Timex, in una inusuale livrea chiara, con il nome Timex Sinclair 2068.
L'interprete BASIC venne fortemente personalizzato dalla Sinclair per compensare i limiti della tastiera e per sfruttare al massimo le caratteristiche grafiche e sonore della macchina.
Furono prodotte varie versioni dello Spectrum: oltre alle prime con 16 o 48 kB di RAM, possiamo ricordare quella con una tastiera migliorata (a membrana, ma con i tasti in plastica rigida) derivata da quella del Sinclair QL (Spectrum +) e le ultime, dopo l'acquisizione del progetto da parte di Amstrad, con BASIC esteso, 128 kB di RAM e registratore a cassette o floppy incorporato (Spectrum +2 e Spectrum +3).
Con lo ZX Spectrum la Sinclair intendeva riproporre la filosofia minimale introdotta negli anni precedenti con lo ZX80 (1980) e lo ZX81 (1981). Il nome in codice, ZX82 (o ZX81 Colour) venne sostituito dal nome commerciale ZX Spectrum, con il quale si voleva sottolineare la possibilità di visualizzare immagini con un ampio spettro di colori  (i due computer precedenti, malgrado il discreto successo, non disponevano né di suono né di colore). I due modelli proposti sul mercato disponevano di 16 kB e di 48 kB di memoria (il kit di espansione a 48 kB per il modello più piccolo in Italia costava circa 90.000 lire).
Lo Spectrum con 48 kB fece il suo debutto alla fine del 1982 e diventò ben presto uno degli home computer di maggior successo. Le caratteristiche che attiravano di più gli acquirenti erano il prezzo e la linea essenziale, risultati ottenuti concentrando molta dell'elettronica in un solo chip custom, la Uncommitted Logic Array (nota anche come ULA), prodotta su commissione dalla inglese Ferranti.
Lo Spectrum venne venduto in milioni di unità, principalmente in Europa (fino alla prima metà del 1983 lo Spectrum doveva essere acquistato direttamente in Inghilterra) e riscosse immediatamente un notevole interesse. Le prime crisi settoriali dopo il Natale 1984 e gli altri pretendenti al trono degli 8-bit (Commodore 64, Amstrad CPC 464, ecc.) compromisero solo in parte la sua quota di mercato: la larga base di utenti della macchina valeva più di qualunque fattore prestazionale dei concorrenti. La Sinclair Research, tuttavia, non navigava in buone acque.  Sir Clive Sinclair si era dedicato allo sviluppo di altri progetti ma i difetti del Microdrive (da tempo annunciato per lo Spectrum e reso disponibile solo nella metà del 1984) e dello "scooter" C5 ne provocarono il fallimento commerciale.  Il successore dello Spectrum, Sinclair QL, presentato in Italia nel settembre del 1984 allo SMAU di Milano, precorreva un po' troppo i tempi; troppo costoso come una macchina da gioco non era abbastanza affidabile per un uso professionale, principalmente proprio a causa delle memorie di massa su microdrive. Verso la fine del 1984 i sintomi di questa difficoltà divennero visibili: agli imbarazzanti ritardi sul programma di lancio del QL si aggiunse la notizia del ritiro dal mercato della Timex (distributrice dei computer Sinclair negli USA). Lo Spectrum+, sebbene sostenuto in Italia da una ragionevole campagna di marketing consisteva in un semplice restyling: di fatto si trattava di un 48K dotato di tastiera rigida (venne venduto anche un kit per sostituire la tastiera del 48K "classico" con quella del "Plus"). Nonostante tutto a fine anno la Sinclair deteneva ancora il 43% del mercato Britannico superando, almeno sul suolo nazionale, Commodore e Acorn.
Le promesse del governo inglese nel 1985 e la presentazione dello Spectrum 128 (lanciato inizialmente in Spagna con la collaborazione della Inves) che avvenne ufficialmente a Natale dello stesso anno non salvarono la società, che aveva investito troppo nel tentativo di commercializzare QL e C5. Nel marzo 1986 la Sinclair Research fu venduta alla società che era stata la sua più accanita concorrente, la Amstrad di Alan Sugar.
L'Amstrad invece di far scomparire i prodotti Sinclair in favore della propria linea di macchine (denominate "CPC"), promosse lo ZX Spectrum 128K +2. Dotato di 128 Kb di RAM e di una tastiera migliorata, la nuova macchina presentava tre caratteristiche derivate dagli Amstrad CPC 464 e 4128: un registratore a cassette incorporato, una interfaccia joystick "non standard" e soprattutto un chip audio. Così facendo continuò a detenere un alto livello di vendite nella fascia bassa del mercato, e le software house ne approfittarono per inserire delle colonne sonore nei loro titoli più recenti (mentre nel vecchio Speccy l'audio era limitato a un beeper).
Nel 1987 incominciarono a comparire i primi computer a 16 bit e la Amstrad presentò i modelli +3 con d isk drive incorporato da 3 pollici ereditato dal CPC, e +2A come alternative economiche ai suoi CPC 6128 e CPC 464. Le macchine furono ampiamente pubblicizzate nel periodo natalizio e riuscirono a ottenere delle vendite accettabili, nonostante i nuovi modelli incominciassero ad avere problemi di compatibilità con lo Spectrum 48 kB.
Con il boom dei 16 bit i possessori di Spectrum si spostarono verso altre piattaforme ma la macchina non scomparve del tutto: la sua economicità e la vastissima libreria di software lo fecero diventare uno dei computer più venduti nei paesi dell'est europeo.
In Italia lo Spectrum fu distribuito dalla Rebit (GBC); ecco alcuni prezzi del listino 1984:
  • ZX Spectrum 16 kB L. 398.000
  • ZX Spectrum 48 kB L. 499.000
  • ZX Microdrive L. 199.500
  • ZX Interface 1 L. 199.500
  • 2 cartucce per Microdrive L. 45.000
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